Pignoramento

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Procedura di Pignoramento

Quando un debitore non riesce a rispettare i suoi obblighi finanziari, un creditore ha la possibilità di avviare una procedura chiamata “pignoramento”. Questo meccanismo legale implica che una parte dei beni del debitore venga riservata per soddisfare il credito non onorato, impedendo allo stesso tempo al debitore di intervenire o manipolare tali beni. Questa misura è prevista dagli articoli 491-497 del Codice di procedura civile.

Tutto inizia con la notifica al debitore di un atto di precetto. Questo atto segnala un mancato pagamento derivante da un impegno ufficialmente riconosciuto. Se il debitore non riesce a risolvere il debito entro il tempo concesso, l’autorità giudiziaria interviene, dando il via al pignoramento. Il debitore viene quindi avvisato di tale azione entro un termine di 90 giorni dall’atto di precetto.

Una volta che i beni vengono sottoposti a pignoramento, rimangono a disposizione dei creditori, sebbene il debitore possa ancora avere accesso a essi. Ciò che è fondamentale, però, è che il debitore non possa alterare, danneggiare o rimuovere i beni in questione. Qualsiasi tentativo di vendere tali beni non avrebbe valore legale e non influenzerebbe i diritti dei creditori.

L’ordine emesso dall’autorità giudiziaria richiede anche che il debitore fornisca informazioni sulla propria residenza o indirizzo presso la cancelleria competente. Viene anche presentata un’opzione: il debitore ha la possibilità di saldare il debito convertendolo in un pagamento in contanti, che includerebbe anche eventuali interessi e costi. Se opta per questa via, è necessario presentare una richiesta ufficiale e depositare una quantità equivalente al 20% del debito totale.

È importante sottolineare che, in circostanze particolarmente severe, chiunque abbia debiti o conti bancari potrebbe affrontare questo tipo di azione legale. Questo include situazioni come il pignoramento su stipendi o su conti correnti bancari.

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