Social lending: un nuovo approccio al finanziamento Il social lending rappresenta un’alternativa al tradizionale sistema bancario di concessione di prestiti. Mentre le banche rappresentano l’ente principale nella concessione di fondi, nel social lending, è un individuo privato che funge da creditore.
Questo concetto ha origine nel 2005 nel Regno Unito. Da allora, ha conquistato sempre più territori, raggiungendo l’Italia nel 2007.
In pratica, il social lending funziona attraverso piattaforme digitali. Spesso è descritto come “peer to peer lending” nel contesto anglosassone. Queste piattaforme online agiscono come intermediari, mettendo in contatto chi vuole investire denaro con chi ne ha bisogno. I benefici sono chiari: chi investe può godere di un ritorno sull’investimento superiore rispetto ad altre opzioni, mentre chi prende in prestito potrebbe ottenere termini più vantaggiosi rispetto a un prestito bancario tradizionale.
Per assicurare la fiducia e minimizzare i rischi, queste piattaforme adottano misure di sicurezza. Eseguono controlli accurati sulle credenziali finanziarie dei richiedenti, e diversificano gli investimenti in base al grado di rischio che gli investitori sono disposti a sopportare. Questi intermediari offrono anche servizi di consulenza e gestiscono i dettagli delle transazioni, come i pagamenti e gli incassi, garantendo sempre la conformità alle leggi vigenti. Per operare legalmente in Italia, devono essere registrati come intermediari finanziari e ottenere l’approvazione dalla Banca d’Italia.
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