I dipendenti pubblici spesso cercano un’iniezione di liquidità a condizioni agevolate per i motivi più vari. L’anticipo del TFS per dipendenti pubblici in servizio sembra essere un’opzione allettante, ma purtroppo non è raggiungibile.
Come calcolare e accantonare TFS e TFR per dipendenti pubblici
I dipendenti pubblici non hanno la possibilità di accantonare il TFR e TFS fino al momento del pensionamento, a differenza dei lavoratori del settore privato. Le somme maturate come indennità non vengono effettivamente versate su un fondo aziendale o complementare.
Il TFS o TFR per i dipendenti pubblici viene calcolato solo al momento del pensionamento, basato sulle retribuzioni percepite nell’ultimo anno di lavoro. L’importo viene poi moltiplicato per un coefficiente e diviso per gli anni di servizio utili alla maturazione dell’indennità.
Questo significa che l’anticipo del TFS per dipendenti pubblici in servizio non è praticabile. Per ottenere un finanziamento prima del pensionamento, si consiglia di optare per una cessione del quinto sullo stipendio.
Inoltre, la quantificazione del TFS/TFR spettante ai lavoratori pubblici avviene solo alla fine del rapporto di lavoro. Solo una volta in pensione, il lavoratore scoprirà l’importo dell’indennità spettante, richiedendola all’ente erogatore (spesso l’INPS) e per chi utilizza l’opzione Quota 100, il diritto all’erogazione dell’indennità si matura solo quando il richiedente raggiunge i requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata.
Perché richiedere un anticipo TFR per dipendenti pubblici in servizio: una guida alla presentazione della domanda
Anche se i requisiti per l’accesso al TFS/TFR e al relativo prestito di anticipo si maturano solo con la pensione, un lavoratore che è prossimo al pensionamento può iniziare a presentare la richiesta di finanziamento per accorciare i tempi tecnici dell’istanza di anticipo liquidazione statali e pubblici.
Le tempistiche tendono ad essere piuttosto lunghe, soprattutto quando si ricorre a finanziamenti in convenzione, ovvero erogati da banche che hanno aderito all’Accordo Quadro. In questo caso, il pensionato può ottenere fino a 45.000 euro a un interesse vantaggioso, ma l’iter di richiesta tende ad essere complesso.
Inoltre, non è sempre possibile ottenere il 100% dell’indennità maturata, a differenza di quanto accade quando ci si rivolge alle banche che operano senza sottostare alle regole dell’Accordo Quadro, ovvero applicando tassi di interesse e condizioni di mercato.
Per questo motivo, ti consigliamo di valutare l’inoltro della domanda di anticipo TFS e di ricorrere all’assistenza di un consulente del credito. Questo è un operatore con anni di esperienza che supporta il lavoratore pubblico nella selezione dell’opzione più conveniente, valutando pro e contro del prestito anticipo TFS a tasso agevolato e dei finanziamenti erogati da banche non in convenzione.